Champagne Jacquesson entra interamente nell’Olimpo di Artémis Domaines, holding creata prima dell’acquisizione di Château Latour, nel 1992. I titolari Jean-Hervé e Laurent Chiquet (nella foto) lasceranno la nota maison di Rue du Colonel Fabien 68, a Dizy, consentendo al colosso della famiglia Pinault la gestione totale dell’azienda. Artémis Domaines aveva messo i piedi in Champagne Jacquesson 8 mesi fa e così completa l’opera di acquisizione, passando da un 33,5% all’intero patrimonio.
Secondo fonti locali, ad assumere la direzione della casa di Dizy sarà Jean Garandeau, attuale direttore vendite e marketing di Artémis Domaines. I fratelli Chiquet, proprietari di alcuni vigneti nel comune della Grande Vallée de la Marne, dovrebbero continuare a collaborare con la casa madre, conferendo le preziose uve sino ad ora patrimonio di Champagne Jacquesson. Artémis Domaines continua così a investire in vigneti e tenute vinicole di alta qualità.
IL PORTAFOGLIO DI ARTÉMIS DOMAINES
Nel portafoglio della famiglia Pinault figurano tre delle cinque principali denominazioni francesi, grazie a sei proprietà. Oltre a Château Latour (Bordeaux), Domaine d’Eugénie in Côte-de-Nuits (Borgogna), Clos de Tart in Côte d’Or (Borgogna) e Jacquesson (Champagne), la holding possiede Château-Grillet in Côtes du Rhône e Eisele Vineyard in California (15 ettari Napa Valley). Quasi tutti i vigneti sono certificati biologici e vengono allevati secondo i principi della biodinamica e dell’agroforestazione.
Un approccio che Artémis Domaines e la famiglia Pinault assicureranno anche a Champagne Jacquesson, nella Valle della Marna. La Maison è diventata negli anni un simbolo per gli amanti dello Champagne. La produzione è deliberatamente limitata a 250 mila bottiglie, «per preservare la viticoltura e i processi di vinificazione senza compromessi».
François Pinault ha lanciato Artémis nel 1992, investendo attraverso una partecipazione personale in PPR, il gruppo da lui fondato nel 1963 e rinominato Kering nel 2013. L’obiettivo iniziale era quello di utilizzare una struttura leggera attraverso la quale investire senza alcuna restrizione in termini di settore industriale o di ubicazione fisica. Artémis ha trascorso gli ultimi tre decenni acquisendo e sviluppando una vasta gamma di attività in diversi settori di business, nel segno della diversificazione tra magazine (Le Point), case editrici (Tallandier), case d’asta (Christie’s) e immobili di pregio (Palazzo Grassi a Venezia).
® Riproduzione riservata
sostieni winemag.it
Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.
Dello stesso autore
- L’Italia cresce a Wine Vision by Open Balkan 2024. Veronafiere Vinitaly: «Balcani mercato chiave»
- Cotarella “ferma” la Franciacorta: ecco Chardonnay e Pinot Nero senza bollicine
- Campi Flegrei, 30 anni Dop e formazione: arrivano i corsi Wset
- Valpolicella, percorso ad ostacoli per la sottozona Valle di Mezzane
- Rizzini Franciacorta: un vigneto, un’uva, solo millesimati e lunghi affinamenti
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.